giovedì 17 luglio 2008
sabato 12 luglio 2008
Il santo monte del Padre: Cristo Signore
Peghiera alla Baeta Vergine Maria del monte Carmelo
O Santa Maria del Carmelo,
madre di misericordia e di grazia,
che tanto ami i giovani,
accogli sotto la tua protezione
noi giovani del TLC.
Ti ringraziamo per tutti i segni di amore
madre di misericordia e di grazia,
che tanto ami i giovani,
accogli sotto la tua protezione
noi giovani del TLC.
Ti ringraziamo per tutti i segni di amore
che ci hai dimostrato.
Ti supplichiamo di aiutarci a vivere
Ti supplichiamo di aiutarci a vivere
coerenti alla nostra vocazione,
fedeli allo spirito di preghiera
e pronti ad accogliere, a tuo esempio,
fedeli allo spirito di preghiera
e pronti ad accogliere, a tuo esempio,
le parole di Gesù
e a metterle in pratica.
Concedici la grazia di essere tuoi veri figli
per poter giungere alla gioia del paradiso
vicino a Te o Maria, decoro del Carmelo,
e Madre del Salvatore,
che vive e regna con il Padre
e a metterle in pratica.
Concedici la grazia di essere tuoi veri figli
per poter giungere alla gioia del paradiso
vicino a Te o Maria, decoro del Carmelo,
e Madre del Salvatore,
che vive e regna con il Padre
e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli.
Amen.
Amen.
IL MONTE CARMELO
Il Carmelo è una catena di montagne, di formazione calcarea, con una lunghezza di circa 30 km e una larghezza da 5 a 15 km. Si stacca dal massiccio montagnoso della Samaria nella depressione del Wádí el‑Milb e, in direzione da sud‑est a nord‑ovest, si dirige verso il mar Mediterraneo, restringendosi a poco a poco fino a terminare nel promontorio che chiude la baia di Acri.
Fra le sue alture principali, dalle quali si domina la fertile pianura di Esdrelon, si notano el‑Muhraqah (514 m) e il monte 'Esfiyá (536 m). Sui suoi numerosi colli e nelle sue gole cresce una flora svariata e ricca: lauri, mirti, querce, tamarindi, cedri, pini, carrubi, lentischi, ecc. Non manca nemmeno una fauna abbondante, tipicamente mediterranea. La vegetazione che copre il Carmelo diventò in Israele simbolo della grazia e della prosperità.
Il monte Carmelo fu conquistato da Giosuè e assegnato alla tribú di Issacar. Servì di confine meridionale alla tribú di Aser; occidentale alla tribú di Zabulon ed orientale a quella di Manasse. Giosafat, figlio di Pàrùab, fu sovrintendente del Carmelo e di Issacar nel regno di Salomone.
Il profeta Elia fece del Carmelo la sua residenza abituale, per cui fu anche chiamato Gebel Màr Elyàs («Monte di sant'Elìa»). Su una delle sue cime, a richiesta di Elia, furono convocati da Acab gli ottocentocinquanta falsi profeti protetti da Gezabele (1 Re 18,19-20), i quali, accusati di falsità, furono sgozzati vicino al torrente Qisón I.
Poi, le orazioni di Elia sulla cima del monte Carmelo, ottennero da Dio una pioggia abbondante, dopo una prolungata siccità (1Re 18,41‑45).
Il profeta Eliseo segui il costume di Elia risiedendo frequentemente sul Carmelo (2 Re 20,25 ecc.), dove anche gli Israeliti timorosi di Dio si ritiravano, in giorni stabiliti, a compiere i loro doveri verso Yahweh e ad implorare l'aiuto del profeta, come nel caso della Sunamita, il cui figlio fu risuscitato da Eliseo(2Re 23,29).
Il monte Carmelo fu famoso anche fra i pagani. Giamblico racconta che Pitagora si ritirava sulla « montagna santa di tutti » a meditare.
Tacito e Svetonio ci parlano dell'adorazione che Vespasiano tributò al dio del monte Carmelo che non aveva né statua né tempio.
In tutte le epoche sono stati frequenti i pellegrinaggi di cristiani, ebrei, musulmani ai luoghi del Carmelo santificati dal profeta Elia e dai numerosi anacoreti che si ritiravano nelle grotte di questo monte, e delle quali rimangono ancora resti abbondanti, richiamati soprattutto dal luogo detto Scuola dei Profeti o el‑Háder.
Fra le sue alture principali, dalle quali si domina la fertile pianura di Esdrelon, si notano el‑Muhraqah (514 m) e il monte 'Esfiyá (536 m). Sui suoi numerosi colli e nelle sue gole cresce una flora svariata e ricca: lauri, mirti, querce, tamarindi, cedri, pini, carrubi, lentischi, ecc. Non manca nemmeno una fauna abbondante, tipicamente mediterranea. La vegetazione che copre il Carmelo diventò in Israele simbolo della grazia e della prosperità.
Il monte Carmelo fu conquistato da Giosuè e assegnato alla tribú di Issacar. Servì di confine meridionale alla tribú di Aser; occidentale alla tribú di Zabulon ed orientale a quella di Manasse. Giosafat, figlio di Pàrùab, fu sovrintendente del Carmelo e di Issacar nel regno di Salomone.
Il profeta Elia fece del Carmelo la sua residenza abituale, per cui fu anche chiamato Gebel Màr Elyàs («Monte di sant'Elìa»). Su una delle sue cime, a richiesta di Elia, furono convocati da Acab gli ottocentocinquanta falsi profeti protetti da Gezabele (1 Re 18,19-20), i quali, accusati di falsità, furono sgozzati vicino al torrente Qisón I.
Poi, le orazioni di Elia sulla cima del monte Carmelo, ottennero da Dio una pioggia abbondante, dopo una prolungata siccità (1Re 18,41‑45).
Il profeta Eliseo segui il costume di Elia risiedendo frequentemente sul Carmelo (2 Re 20,25 ecc.), dove anche gli Israeliti timorosi di Dio si ritiravano, in giorni stabiliti, a compiere i loro doveri verso Yahweh e ad implorare l'aiuto del profeta, come nel caso della Sunamita, il cui figlio fu risuscitato da Eliseo(2Re 23,29).
Il monte Carmelo fu famoso anche fra i pagani. Giamblico racconta che Pitagora si ritirava sulla « montagna santa di tutti » a meditare.
Tacito e Svetonio ci parlano dell'adorazione che Vespasiano tributò al dio del monte Carmelo che non aveva né statua né tempio.
In tutte le epoche sono stati frequenti i pellegrinaggi di cristiani, ebrei, musulmani ai luoghi del Carmelo santificati dal profeta Elia e dai numerosi anacoreti che si ritiravano nelle grotte di questo monte, e delle quali rimangono ancora resti abbondanti, richiamati soprattutto dal luogo detto Scuola dei Profeti o el‑Háder.
giovedì 10 luglio 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)